Le ragioni dell'opera

In base alla documentazione, quali sono le ragioni ufficiali che portano alla decisione di operare la delocalizzazione dell'elettrodotto a 220 kV?


Nel Protocollo di Intesa tra PAT, Comuni di Trento, Pergine e Civezzano non si fa cenno alla cosa. In essa si legge solo che:

  • «nel corso degli incontri del predetto Tavolo tecnico, ed in particolare della riunione del 13 Dicembre 2007, si sono affrontate le problematiche legate da un lato alla razionalizzazione delle rete a 132 kV che fa capo alla stazione elettrica (SE) 220/132 kV di Trento Sud e dall’altro alla delocalizzazione/potenziamento della linea a 220 kV n. 290 “Borgo – Lavis” in corrispondenza dell’abitato di Pergine Valsugana, e TERNA S.p.A. e PAT hanno concordato di includere dette problematiche, in quanto collegate ad un comune progetto di risanamento oltre che di razionalizzazione, in un unico Protocollo di Intesa che coinvolga anche le Amministrazioni comunali di Trento, Pergine Valsugana, Civezzano e la Società SET Distribuzione S.p.A.» (p. 3)


Nel Rapporto istruttorio - Progetto VIA-2014-04, allegato alla delibera della Provincia Autonoma di Trento del 2016 che fornisce parere favorevole alla valutazione di impatto ambientale, si legge:

«Le diverse esigenze che hanno portato a concordare il progetto in questione erano:

  • per Terna assicurare una migliore affidabilità del collegamento della stazione elettrica di Trento Sud alla rete nazionale, mediante il collegamento entra - esci alla linea a 132 kV n. 015 Mezzocorona - Mori;

  • per il Comune di Trento liberare le zone urbanizzate interessate dagli elettrodotti a 132 kV n. 123 Trento Ponte San Giorgio - Borgo (tratto Trento Nord) e n. 015 Mezzocorona - Mori (tratto Martignano - Cognola - San Bartolomeo);

  • per il Comune di Pergine Valsugana liberare le zone urbanizzate interessate dall’elettrodotto a 220 kV n. 290 Lavis - Borgo (tratto cittadino di Pergine).» (p. 4)


Terna, nel cap. 3 dello studio di impatto ambientale, si limita ad affermare:

  • «Come meglio descritto nei paragrafi successivi gli stessi interventi di razionalizzazione in progetto ed in particolare le numerose demolizioni previste possono essere considerati come compensazioni ambientali, grazie al migliore inserimento paesaggistico ed alla considerevole riduzione dei campi elettromagnetici nelle zone antropizzate.» (p. 242, enfasi aggiunta)

Questo è il migliorato inserimento paesaggistico:

Spostare l'elettrodotto è una mitigazione dell'impatto ambientale del quale si dovrebbe essere grati a Terna.

Quanto alla considerevole riduzione dei campi elettromagnetici nelle zone antropizzate questo è l'unico accenno che possa essere correlato alla salute in tutta la documentazione disponibile.

Se lo spostamento fosse correlato ad una ragione di salute pubblica, perché non proclamare che questa è la ragione della delocalizzazione e, perché no?, farsene vanto?


Terna ribadisce quali sono i vantaggi della demolizione dell'elettrodotto in modo molto chiaro, sempre nel cap. 3 dello studio di impatto ambientale:

  • «L'intervento di demolizione del tratto di linea aerea esistente fra il sostegno di cui al picchetto 22 ed il sostegno di cui al picchetto 54, pur risultando di sviluppo inferiore all'intervento di delocalizzazione/riclassamento descritto al precedente capitolo, sotto l'aspetto urbanistico risulta avere un impatto ben più significativo visto che, nel tempo (la direttrice dell'elettrodotto risale ai primi anni trenta), l'antropizzazione ha portato all'urbanizzazione del territorio posto nelle immediate vicinanze della linea elettrica.»

  • «Tutte le aree ed i luoghi ora occupati dalle linee dismesse verranno ripristinati nelle condizioni originarie.» (p. 161, enfasi aggiunte)

È quindi «sotto l'aspetto urbanistico» che la delocalizzazione, con la conseguente demolizione, offre dei vantaggi.

Merita però un qualche approfondimento come «nel tempo (la direttrice dell'elettrodotto risale ai primi anni trenta), l'antropizzazione [abbia] portato all'urbanizzazione del territorio posto nelle immediate vicinanze della linea elettrica

Se si osservano le ortofoto aeree del Portale Cartografico Trentino della zona di Pergine maggiormente investita dalle conseguenze dell'antropizzazione delle aree interessate dall'elettrodotto si può osservare come ciò sia frutto di uno sviluppo urbanistico avvenuto in tempi assai recenti.

Si confronti la zona di Pergine attorno a via Marzola nel 1973 e nel 2015.

Come scriviamo nelle osservazioni del comitato "Interriamo l'elettrodotto":

  • «La delocalizzazione consentirà di liberare da vincoli beni immobili situati nel fondo valle, attorno alla città di Pergine. D'altro canto essa comporterà una diminuzione dei valori immobiliari delle zone interessate dallo spostamento. Sebbene sia certamente vero che i beni collocati nelle aree urbane posseggano valori economici e monetari, legati al loro sfruttamento, che sono maggiori di quelli situati invece nelle zone ove il nuovo e potenziato elettrodotto sarà collocato, con la conseguenza che il vantaggio di chi vedrà valorizzato il proprio diritto di proprietà sarà economicamente maggiore della perdita subita da chi sopporterà gli oneri derivanti dalla nuova collocazione, pur tuttavia ciò rappresenta uno spostamento di ricchezza da privati a vantaggio di privati. Abbiamo visto come tale spostamento di ricchezza si accompagni inoltre alle esternalità negative del progetto, gravanti su tutta la collettività. Tali esternalità andranno quindi a vantaggio di Terna da un lato, in termini di minori costi derivanti dalla realizzazione dell'opera, e a vantaggio dei titolari di diritti di proprietà nelle aree liberate, dall'altro.» (pp. 30-31)


osservazioni-comitato-interriamoelelettrodotto-Borgo-Lavis_luglio2020_parte_generale_uv.pdf

Per approfondire

Osservazioni del comitato "Interriamo l'elettrodotto" - parte generale, 10 luglio 2020, pp. 28 ss.